La complessa vicenda processuale ha visto confluire in un unico processo una pluralità di domande risarcitorie avanzate dai parenti delle vittime decedute di un sinistro stradale fra due autoveicoli.
A bordo delle autovetture viaggiavano, oltre ai conducenti, alcuni trasportati (uno a bordo di un veicolo e tre sull’altro).
A seguito del violento impatto, i due veicoli prendevano fuoco e tutti gli occupanti, tranne uno dei trasportati, decedevano dopo essere rimasti intrappolati fra le lamiere.
I parenti delle vittime hanno promosso un’azione giudiziale per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti in conseguenza della morte dei loro stretti congiunti.
La Corte d’Appello di Milano, attraverso un approfondito esame del materiale probatorio, ha ribaltato la ricostruzione dei fatti fornita dal giudice di primo grado, pervenendo al riconoscimento del danno catastrofale in favore degli eredi dei trasportati che viaggiavano a bordo di uno dei veicoli.
Il giudice d’appello, infatti, ha rilevato che gli occupanti del veicolo (conducente e terzi trasportati) non sono deceduti sul colpo, ma dopo un breve e apprezzabile lasso temporale, e ha ritenuto ampiamente dimostrato che in questo apprezzabile lasso temporale le vittime dell’incidente erano vigili.
Alcuni testimoni, infatti, avevano dichiarato che le persone a bordo del veicolo urlavano per chiedere soccorso per essere liberate e che dopo alcuni minuti, il veicolo prendeva fuoco.
In questo particolare contesto, l’apprezzabile intervallo temporale intercorso fra il sinistro e la morte ha determinato un gravissimo pregiudizio in capo alle vittime per le notevoli sofferenze patite nell’assistere consapevolmente al progressivo svolgimento della propria condizione esistenziale verso il fine vita (danno catastrofale).
Gli eredi, pertanto, hanno ottenuto anche il risarcimento iure successionis del danno catastrofale patito dai loro congiunti in conseguenza del sinistro stradale quantificato, per i parenti (madre e due sorelle) di una delle due vittime, nell’importo complessivo di circa €. 120.000,00 (Corte d'Appello di Milano, 579/2018).